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Come nasce una storia.

 

Bene, l’idea c’è. Posso partire, buttare giù l’incipit e descrivere i primi personaggi.

Inizia così una storia? Non per me. L’idea non è neanche l’inizio.

Dove è ambientata? Ci sono stato? No? Allora via con cartine, mappe, giornali del posto; visitare i siti del turismo, se il romanzo è storico testi storici, testimonianze.

Finito? Neanche per sogno. Immancabile è lo studio di flora e fauna del posto, arrivare quasi a sentirli gli odori della campagna, vedere tra i rami quell’animale particolare o soffermarsi ad ascoltare le acque di un limpido rivolo montano.

A volte passa più di un mese prima di scrivere la prima parola, nero su bianco.

L’irrefrenabile voglia di scrivere deve essere invece frenata e solo in un momento preciso, quando tutto sarà a posto, senza neanche rendersene conto ci si troverà seduti davanti alla tastiera e le mille idee prenderanno forma.

I personaggi, seduti e distratti, che mi hanno atteso fino a quel momento si alzeranno e ognuno andrà al proprio posto, pronti per andare in scena, mentre il cielo cambierà colore assumendo quello più adatto per quella stagione.

Se è il caso la neve comincerà a scendere, altrimenti farà caldo.

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